Venezia sta attraversando il momento più drammatico della sua storia: il continuo esodo della popolazione, la decadenza economica e la stessa fatiscenza dell'architettura impongono la verifica se esista la possibilità di coesistenza tra un ambiente urbanistico e monumentale sviluppatosi attraverso un millennio in funzione della capitale di uno stato che più non esiste e le esigenze di una comu-nità che deve fare i conti con la realtà d'oggi. Qui è il problema di Venezia, oltre quello del suo lento sprofondamento, forse meno grave, perché superabile. Legata amministrativamente a Marghera e Mestre, centri industriali e residenziali di erompente vitalità, ne è divisa non solo dall'acqua, ma dagli opposti interessi e dalla situazione sociale. Case malsane, infrastrutture insufficienti e ina-datte, immobilismo dei pubblici poteri hanno ridotto la città di Venezia allo stremo: o essa prende coscienza della sua situazione e trova in sé la forza per riprendersi e vivere, oppure è destinata a sopravvivere quale emblema di una civiltà passata conclusa e irripetibile.